Oggi purtroppo assistiamo a una crudeltà inumana nel giudicare, attraverso un cinico filtro politico, gli avvenimenti di questi giorni. Sui giornali e nelle parole di tante persone si sentono da una parte i filoputiniani rossobruni che travestiti da pacifisti alla notizia del massacro di Sumy affermano che se la sono cercata gli ucraini, e come se un bambino fosse diverso dall’altro, invitano a puntare il dito sui morti di Gaza, e dall’altra parte invece, filotrumpiani e occidentalisti parlano di Ucraina e ignorano o evitano per ore di commentare il bombardamento sull’ultimo ospedale di Gaza.

Gli uni prendono i morti come pretesto per condannare i vertici di Israele e gli altri quelli della Russia come se le bombe che uccidono i civili fossero diverse se cadono in Palestina o in Ucraina.
Dimentichiamo che i bambini sono tutti uguali? Un bimbo che muore per un bombardamento non fa differenza se è palestinese o ucraino. Piegare l’interpretazione e il giudizio su questi omicidi alla convenienza di parte vuol dire essere complici degli assassini, siano essi Russi o Israeliani o di qualunque altra etnia
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