Facile dire “libertà”, oggi

Non lo era prima di quel 25 aprile. È facile dirlo per noi perché non abbiamo conosciuto il “prima”. Oggi diamo per scontato sentirci liberi.

Ecco! Proprio su questo conta chi vuole, per spingere oltre la sua propria libertà personale, calpestare la nostra: il fatto che essendoci abituati abbiamo abbassato la guardia.

Oggi qui in Italia possiamo dirci trumpiani, putiniani, comunisti, sovranisti, terrapiattisti o no vax senza alcun problema.

Fascisti no.

Ma solo teoricamente, e solo perché ce lo vieta la Costituzione per la XII disposizione transitoria e finale della Costituzione. Molti, persino certi giudici, giudicano questo articolo “provvisorio” della nostra Costituzione ormai superato. Del resto ormai pochi si scandalizzano se molti esponenti pubblici non riescono a dire che sono antifascisti. Eppure sono lì per diritti garantiti da una Costituzione nata proprio da quel 25 aprile.

Certo, il nazismo sarebbe stato sconfitto e gli alleati avrebbero vinto la guerra con molta probabilità anche senza la Resistenza italiana, ma sarebbe stata la stessa cosa? Probabilmente no. Non avremmo avuto una delle più belle Costituzioni del mondo (senz’altro l’esempio più ammirato anche all’estero), non ci sarebbe stata la Repubblica (Churchill voleva restassero i Savoia); molte cose sarebbero diverse e chissà quando ci sarebbe stato il diritto di voto alle donne.

Invece è andata diversamente: cattolici, socialisti, azionisti, repubblicani, comunisti, liberali e persino monarchici si unirono e tennero alta la bandiera di una Italia che era stata schierata dal fascismo dalla parte peggiore della storia. Fazzoletti verdi, rossi e azzurri, moltissimi militari (soprattutto alpini) e giovani chiamati alla leva dalla Repubblica fantoccio di Salò, si unirono per una battaglia che sembrava perduta: la Resistenza all’invasore tedesco.

Certo ci sono stati episodi brutti, infami, come accade in tutte le guerre civili, ma, anche se non fosse tragica la sproporzione dei numeri con quanto fatto da invasori e collaborazionisti, questo non toglie che alcuni stavano dalla parte giusta ed altri da quella sbagliata.

Oggi ci dicono che per questo 25 aprile bisogna manifestare con “sobrietà”, causa il più lungo periodo di lutto nazionale mai dichiarato da un governo italiano per la morte di un Papa cattolico. Certo, non si può non essere sobri nel ricordare tanti morti, ma celebrare la libertà non può non essere una festa. E lo pensava anche papa Bergoglio, che in Argentina aveva conosciuto il regime nazifascista dei militari.

Buon 25 aprile a tutti, anche a chi la pensa diversamente!!!

Fabrizio Turrini

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