Firmiamo per la libertà di Maria

Maria Ponomarenko, blogger e giornalista russa di Rusnews ha denunciato le responsabilità dell’esercito russo nella morte di civili in Ucraina, in particolare dopo il bombardamento del teatro di Mariupol. Per questo è stata accusata di aver diffuso informazioni false.

La costituzione russa prevede la libertà di parola e di stampa, tuttavia numerosissimi sono gli interventi del governo che lo impediscono. Emblematico il divieto di definire “guerra” l’operazione speciale in Ucraina. Si ricorda inoltre l’omicidio di Anna Politkovskaja uccisa perché aveva denunciato l’orrore della guerra in Cecenia.

La Russia oggi si colloca al 155 posto nella classifica mondiale (RSF- Reporters Without Borders) sulla libertà di stampa, non molto prima della Corea del nord, ultima in classifica.

Maria Ponomarenko, una tra i molti dissidenti oggi in prigione in Russia, è stata condannata a sei anni di carcere per aver esercitato il suo diritto alla libertà di espressione come giornalista. Dopo aver tentato il suicidio, è stata nuovamente condannata a un ulteriore anno e 10 mesi di prigione. Per di più termine della pena, i giudici hanno imposto un trattamento psichiatrico.

Amnesty International ha promosso una petizione da inoltrare alle autorità russe.

La responsabile della sezione russa di Amnesty International dichiara che “dall’inizio della guerra di aggressione contro l’Ucraina, le autorità russe hanno usato sistematicamente e senza scrupoli tattiche per silenziare il dissenso, ricorrendo ad accuse infondate per incarcerare i dissidenti politici.”

Questo piccolo gesto, la firma di questa petizione, serve anche a mantenere vivo l’interesse per il diritto di informazione in Russia e in occidente perché anche qui oggi è minacciato seppure da metodi più subdoli ed insinuanti di negazione della verità dei fatti.

https://www.amnesty.it/…/liberta-per-una…/…

Fabrizio Turrini

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