Zaccaria, morto per la Libertà

A San Vito al Tagliamento è stata posta una pietra d’inciampo a memoria del partigiano “Zaccaria” Ario Polo. Un altro straordinario esempio di vita normale e di resistenza.

“Zaccaria” fu tra i primi a dar vita alla divisione Partigiana “Osoppo” (i fazzoletti verdi, prevalentemente di matrice cristiana) e per mesi fu molto attivo dalla Carnia a Pielungo alla bassa friulana. Grande organizzatore e grande “papà” delle nuove leve partigiane. Fin dal settembre 1943 organizza la raccolta delle armi dell’esercito italiano per inviarle nella zona montana di Pielungo. E organizza il reclutamento da Portograro, San VIto, e altri centri. Con molta astuzia e discrezione organizza altresì l’occultamento di decine di prigionieri alleati anglo-americani in fuga dai campi di lavoro nazisti. Purtroppo ai primi di marzo 1945, a causa di un banale incidente, dovette essere ricoverato all’Ospedale di San Vito al Tagliamento con la gamba malamente spezzata e a rischio cancrena. Lì, il giorno 20, su delazione di un compaesano, si presenta il tenente Dorneburg con altri ufficiali, che dichiara: “Il Polo ci è assolutamente indispensabile per un interrogatorio; lo rilasceremo tra qualche giorno”. Nonostante le rimostranze dei medici, il ferito viene caricato su una barella e trasportato a Roveredo. Verrà interrogato, torturato, ucciso, vilipeso. Non parlò. Il suo corpo venne ritrovato dopo la Liberazione, la testa fracassata a martellate e il corpo dilaniato da raffiche di mitragliatrice e lame di pugnale.

Grazie a Stefano V., suo lontano parente, per avermelo raccontato.

Fabrizio Turrini

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