Nel 2018 Papa Bergoglio proclamò santo Monsignor Romero dopo che per anni i suoi predecessori, in particolare Wojtyla, avevano insabbiato il processo di santificazione.
Ecco la sua storia nella speranza che nel ci siano più Papi che si ispirano a Francesco piuttosto che ad altri predecessori.
Era il 1979, il vescovo di San Salvador, Oscar Romero, decise di recarsi a Roma per sostenere la causa di 5 religiosi uccisi da squadroni armati di destra sostenitori del dittatore Carlos Mena. La situazione nel Paese era diventata insostenibile. Chiese di incontrare il nuovo Papa Giovanni Paolo II e ottenne un appuntamento confermato all’Ufficio Papale ma ciò nonostante, quando giunse a Roma non fu ricevuto. I suoi segretari accamparono mille scuse per non dare seguito all’appuntamento. Mons Romero non si diede per vinto e la domenica mattina si mise in prima fila alle transenne di Piazza San Pietro in attesa del passaggio papale. Il Papa gli passò di fronte e assieme ad altri fedeli e gli strinse la mano. Egli approfittando del momento si qualificò come arcivescovo di San Salvador e chiese di parlargli. Di fronte a tante persone il Papa gli concesse un appuntamento per il giorno dopo.
L’appuntamento si rivelò un vero fallimento. Papa Wojtyla lo accolse sprezzante e rifiutò di esaminare il dossier che Romero gli voleva consegnare sulla persecuzione delle chiese cristiane in Salvador. Di fronte alla foto del volto del cadavere di Monsignor Ortiz rapito nella sua chiesa e poi torturato e ucciso insinuò che forse era un terrorista.
Prima di farlo uscire il Papa lo consigliò di cercare di avere un rapporto con il dittatore sostenendo che il generale era cattolico, e che quindi qualcosa di buono l’aveva senz’altro.
Monsignor Romero deluso tornò in patria dove le minacce aumentarono. Fu consigliato dai suoi fedeli di limitare le sue messe e svolgerle nell’Oratorio dell’Ospedale.
Ma anche lì arrivarono i suoi carnefici. Il 24 marzo 1980, tre mesi dopo essere stato a Roma, un killer, in piena omelia, gli sparò al cuore e lo uccise.
Ricordiamo che nel frattempo Papa Wojtyla andò a visitare Pinochet, dittatore cileno, facendosi fotografare assieme a lui sorridente dal balcone del palazzo de la Moneda. Qui pochi anni prima lo stesso Pinochet aveva ordinato un bombardamento, e uccise il legittimo Presidente Salvador Allende.
Fabrizio Turrini

