Il ministro degli esteri italiano ha finalmente chiesto oggi la cessazione dei bombardamenti a Gaza. Ci sono voluti mesi e più di 60mila morti perché lo facesse. Sono in molti a pensare che lo abbia fatto tardi, certamente troppo tardi per salvare molte vite. La spinta è arrivata dalla opinione pubblica, dall’università, da associazioni del mondo civile, dalle piazze, dall’Europa. Persino la Massoneria si è pronunciata (anche se non quella italiana, abituata a tacere).
Certamente ora però, le parole non bastano. Ci vogliono gesti più concreti, che è auspicabile faccia anche il governo Italiano. Per esempio la Spagna di Sanchez che da tempo aveva una posizione chiara sulla guerra di Netanyahu ha preso nelle settimane scorse la decisione di interrompere ogni rapporto commerciale con Israele. Così avviene per molti Paesi.
Sia ben chiaro! Il 7 ottobre 2023 c’è stata una strage senza precedenti. Hamas non fa politica ma terrorismo. E certamente bisogna lavorare per la liberazione degli ostaggi israeliani. Ma quello che sta facendo Netanyahu è ingiustificabile e va fermato. Non basta la parola genocidio, quello che succede a Gaza non può essere descritto con le parole, neanche le immagini rendono l’idea di questa apocalisse moderna che supera ogni immaginazione perversa.

Bisogna far cessare i bombardamenti contro i civili, ma non basta. Oltre a fermare i carri armati bisogna fermare anche le ruspe. Netanyahu sta facendo ancora costruire nei territori occupati della Cisgiordania nuovi insediamenti di coloni che saranno l’innesco di nuove violazioni dei diritti, violenze e morti. La soluzione dei due Stati, con questa politica colonizzatrice del governo israeliano è sempre più difficile da praticare. Basta bombe! Basta ruspe!
Crediamo che oltre ad azioni concrete volte a far terminare il massacro, nel futuro bisognerà farsi promotori anche di gesti ideali che rendano giustizia dal punto di vista della convivenza civile e dei diritti universali dell’Uomo. Pensiamo a una riedizione del processo di Norimberga presso la Corte Penale Internazionale che già ha emesso mandati d’arresto per il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu e per l’ex Ministro della Difesa Yoav Gallant, accusandoli di crimini di guerra e crimini contro l’umanità. L’Alta corte lo teneva nel mirino da mesi, senza che l’Italia se ne accorgesse, per il genocidio di Gaza. Un processo e una condanna non ci restituiranno le migliaia di vittime ma saranno un esempio ideale di ristabilimento della giustizia storica su ciò che è avvenuto per la memoria dell’umanità futura.
Fabrizio Turrini

