Una riflessione, oggi che si celebra la Giornata Mondiale per l’Ambiente (WED), è utile nonostante i mille problemi di violazione dei diritti che stiamo vivendo in questa fase storica, che attirano la nostra attenzione.
Una maggiore consapevolezza ed una azione più efficace per la protezione del nostro pianeta sono elementi necessari a lungo periodo per la sopravvivenza umana. È bene occuparsene, assieme e contemporaneamente alle violazioni delle libertà. L’edizione 2025 è dedicata al tema della lotta all’inquinamento da plastiche. Aldilà degli obiettivi pratici è anche un momento di riflessione sulla responsabilità personale, un’occasione utile a preoccuparsi un po’ di più per la Terra e a diventare agenti di cambiamento.
A questo proposito è interessante osservare il problema del cambiamento climatico da un punto di vista originale, quello dell’ambiente sentito come parte di sé. Uno studio pubblicato da “Le Droit Humain” Italia, che non è nuova ad affrontare temi ambientali (qui un documento di qualche anno fa) rappresenta un modo originale di affrontare il problema se non altro dal punto di vista “ideale”, “culturale”.
Probabilmente un cambiamento nella mente delle persone sulla scia di questa prospettiva che non considera l’ambiente come “altro da sé”, ma parte della propria famiglia ed in definitiva parte di noi può essere utile come, e forse più, di una campagna di lotta contro le plastiche.
Perché se si riflette sul fatto che tutto è interconnesso e tutto contribuisce a creare quello che chiamiamo “ambiente”, probabilmente cambierebbero anche i nostri costumi, i nostri atteggiamenti, con la nascita di una nuova consapevolezza, che l’ambiente siamo anche noi stessi.
Forse è proprio il momento di rinnovare radicalmente lo sguardo umano sulla dualità Uomo-Natura come propone questo think tank massonico di tradizione liberale (francese).

