L’Unione per le Libertà Civili per l’Europa (abbreviato: “Liberties”) è un organismo di controllo che tutela i diritti umani di tutti nell’Unione Europea. Il team di Liberties è composto da esperti in diritti umani e comunicazione. L’Organizzazione è registrata come ente non governativo a Berlino e ha una sede a Bruxelles. Non ha finanziamenti da enti governativi, agenzie o altri organismi da loro posseduti o controllati nemmeno se dichiarati indipendenti.
Il focus dell’attività di Liberties si fonda sul rispetto dei diritti umani che ci forniscono gli strumenti per costruire un vita libera.
Tra i temi più scottanti la libertà di parola e la privacy, l’intelligenza artificiale, l’indipendenza della giustizia, l’indipendenza dei media e libertà di espressione.
Liberties, tra le altre cose ha pubblicato recentemente un rapporto sulle libertà dei media nell’UE.
https://www.liberties.eu/f/oj-aem
L’Italia viene citata più volte e compare nell’elenco dei 5 paesi europei che stanno smantellando le basi dello stato di diritto (assieme a Bulgaria, Croazia, Romania e Slovacchia).
Il rapporto annuale 2025 (che non tiene ancora conto del “Decreto sicurezza” approvato in questi giorni) evidenzia una serie di preoccupazioni riguardo allo stato di diritto, in particolare riguardo alla giustizia, alla libertà dei media e al rispetto dei diritti umani. Il report sottolinea l’indebolimento dell’indipendenza della magistratura, la mancanza di regolamentazione trasparente sul lobbying e sul finanziamento dei partiti politici, la concentrazione dei media in crescita e la crisi dei diritti umani, soprattutto per le minoranze e i migranti.
Nel mirino il disegno di legge del ministro Nordio sulla separazione delle carriere che farà dipendere sempre più i magistrati più dal ministero di Giustizia. Come molti opinionisti italiani, tra i quali il Procuratore napoletano antimafia Nicola Gratteri, il disegno di legge del governo mina la separazione dei poteri, principio essenziale della democrazia.
Un altro motivo di preoccupazione è la più o meno strisciante interferenza sui media pubblici, la Rai in particolare. Ma anche la pressione e lo spionaggio nei confronti dei giornalisti scomodi rendono fosche le previsioni sul mantenimento delle libertà fondamentali in Italia.
Fabrizio Turrini

