A gaza si continua a morire

Mentre i media sono in pieno imbarazzo su quale notizia seguire in questo storico momento in cui confusione ed entropia sociale governano il mondo del nuovo imperialismo tripolare, a Gaza si continua a morire sotto le bombe israeliane.

Solo oggi, dall’alba si contano 51 morti. Noi di Persefone vogliamo continuare a tenere sotto i riflettori questa guerra assurda nella quale muoiono soprattutto civili e bambini. Almeno finché ancora qui in Europa lo possiamo fare liberamente. Non come in America dove chi protesta va incontro a gravi rischi: dove si vanno a cercare coloro che si oppongono all’appoggio americano a Netanyahu per espellerli se immigrati o incarcerarli come oppositori.

Fonti del ministero delle finanze israeliano riportano che fino ad oggi nei 633 giorni di guerra Israele ha speso oltre 58 miliardi di Euro. Ci sfugge il modo con cui Israele, un Paese di circa 10 milioni di abitanti, riesca a pagare questa guerra. Rispetto alla percentuale del Prodotto interno lordo, la spesa per la difesa è in due anni raddoppiata all’8,4% (dato del 2024). Ma non si tiene ancora conto dei costi di mobilitazione delle riserve per l’operazione Carri di Gedeone e le ingenti spese dell’operazione Leone nascente (Am Kalavi) contro l’Iran. Evidentemente ci sono potenti alleati e finanziatori.

Il numero delle vittime del genocidio non fa più notizia, e allora per catturare l’attenzione dei lettori, anche noi come tutti i giornali troviamo ulteriori notizie nelle nuove iniziative dell’IdF. Tra queste il bombardamento sull’internet café sul mare. Situato nel porto di Gaza city pur non essendo stato sottoposto a ordine di evacuazione, è stato bombardato da Israele. Lì si prendeva una pausa dagli orrori anche il fotoreporter Ismail Abu Hatab. Con lui almeno 22 palestinesi sono rimasti uccisi e altri 30 sono rimasti feriti, per lo più donne e bambini.

Sono saliti a 228 i giornalisti uccisi a Gaza, la gran parte palestinesi poiché Israele impedisce che la stampa straniera possa entrare nella striscia.

Le tante promesse di mettere fine alla guerra o perlomeno arrivare ad un cessate il fuoco sono ancora carta straccia.

Fabrizio Turrini

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