Quello della Palestina sembra davvero un dramma senza alcuna soluzione. L’ennesimo stop dei negoziati mostra come non ci sia nessuno che davvero pensa alle condizioni dei civili della striscia. Uomini, donne, bambini intrappolato in una spirale di violenza nel confronto tra due protagonisti che non hanno nessuna intenzione di accordarsi, di cedere un millimetro sulle loro posizioni.
Se il losco figuro di Netanyahu continua a scatenare fuoco e fame, il cinico fondamentalismo di Hamas continua a guardare ai suoi vantaggi politici e non alla sofferenza della sua gente. Mentre le bombe cadono i suoi effettivi muoiono, ma vengono rimpiazzati dai disperati che vivono il terrore sotto il fuoco israeliano mentre a livello internazionale vuole sfruttare al massimo la situazione di imbarazzo di Israele.
Così in una situazione nella quale Israele è sotto pressione ed il piano americano sembra (a detta anche di negoziatori indipendenti) essere vicino ad un possibile compromesso, Hamas con controproposte già bocciate precedentemente fa di nuovo saltare il tavolo. Per parte araba questa è la conseguenza del fondamentalismo che caratterizza questa organizzazione che si fa un vanto del martirio del popolo Palestinese, mentre in Israele si rafforza la destra più retriva e razzista decisa ad annientare la presenza palestinese non solo dalla striscia.
Israele sta compiendo un genocidio a Gaza, ma Hamas non la vuole davvero fermare.
E mentre questo accade si pongono le condizione di quello che sarà il prossimo dramma che si consumerà con sangue Palestinese ed Israeliano, nei territori della Cisgiordania. Qui infatti, mentre i riflettori del mondo guardano a Gaza, nessuno (o comunque pochi) parlano e si oppongono alla accelerata colonizzazione israeliana dei territori palestinesi.
La Corte internazionale di giustizia, massimo organismo giudiziario dell’Onu, non solo ha stabilito che le colonie israeliane sono contrarie al diritto internazionale, ma anche che l’occupazione del territorio palestinese è illegale e deve immediatamente cessare. Se ne parla poco o nulla, mentre Israele continua a sottrarre illegalmente risorse naturali ai palestinesi e Netanyahu ha aumentato il ritmo con cui demolisce le case, trasferisce forzatamente la popolazione e crea nuovi insediamenti in una terra che non è sua. Questa politica israeliana non è diversa dalle bombe che lancia su Gaza per le conseguenze che porterà in futuro.
Se quello della striscia è un problema, quello della Cisgiordania lo sarà anche in forma peggiore. Riconoscere lo stato Palestinese e intervenire affinché le colonie vengano smantellate e le terre restituite ai palestinesi è un primo passo per fermare un’altra futura tragedia. Pare che la Francia lo abbia capito. Se si seguissero strade di maggiore equilibrio si eviterebbe (come la storia insegna) che nascano e si diffondano idee estremiste e fondamentaliste come quelle di Hamas, che portano a vicoli chiusi senza soluzioni di uscita, a vittime e fame.
Fabrizio Turrini

