Città americane sotto assedio

Negli Stati Uniti sta aumentando la presenza militare nella vita civile.

Dopo l’intervento della Guardia Nazionale e dei Marines alla ricerca di immigrati illegali, che provocò i noti disordini a Los Angeles, repressi con fermezza, il desiderio del presidente Trump di controllare manu militari le città americane si sta concretizzando ed allargando.

Come in California, senza curarsi affatto delle autorità locali ed in spregio alle leggi federali, oggi è stata messa sotto assedio anche la capitale federale Washington..

Trump con la scusa di riportare ordine nella città ha ordinato a 2200 militari della Guardia Nazionale di pattugliare le strade sotto il comando di una joint task force che ha preso di fatto il controllo delle funzioni di polizia. 

Molte di queste unità sono dotate di armi da guerra, pistole M17 e fucili M4, con uno scioccante  effetto di immagine agli occhi delle persone che vivono normalmente la vita cittadina. Il portavoce militare ha precisato che le armi saranno usate solo come ultima risorsa, ma l’effetto psicologico è stato potente.

I controlli sono stringenti e accurati. Le associazioni del mondo civile denunciano che reati minori vengono gonfiati trasformandoli in accuse federali per avere un maggiore slancio repressivo e per dimostrare che l’intervento militare “funziona”. Avvocati e giudici parlano della creazione di una “giustizia artificiale” a fini mediatici. Un episodio: un ragazzo di 28 anni, fermato perché beveva da un bicchiere nella propria auto, è stato accusato oltre che per aver bevuto in pubblico alcol, anche di aggressione a pubblico ufficiale perché avrebbe urlato la propria indignazione. Questo reato federale può costargli fino a otto anni di carcere.

Il Washington post rivela che sarebbe prossimo l’intervento dell’esercito a Chicago e Baltimora con la scusa di combattere la criminalità. 

Quello che meraviglia è che le amministrazioni locali non sono affatto di questo parere attribuendo l’allarme solo alle convinzioni nella testa del Presidente.

«Se Moore non è capace, penserò io a mandare i soldati», queste le parole di Trump  all’attacco del governatore del Maryland. Secondo il presidente USA Baltimora è “fuori controllo”, ma Moore, governatore democratico ha invitato Trump a fare una passeggiata con lui per le strade della città ricordandogli che i dati reali raccontano una verità opposta. Nel 2024 gli omicidi sono scesi del 24% rispetto all’anno precedente e del 42% rispetto al 2021,  i reati violenti sono calati dell’8% mentre i crimini contro la proprietà del 20.

Come Washington e Los Angeles, Chicago e Baltimora sono considerate ‘città santuario’, che negli anni recenti hanno adottato efficaci politiche di accoglienza sul fronte dell’immigrazione. E proprio per questo non godono della simpatia del Presidente.

Non sembra un caso che tutte le amministrazioni nel mirino del tycoon siano a guida democratica come Los Angeles e molte abbiano sindaci neri: Washington, Baltimora, Chicago. “Questa non è una campagna sulla sicurezza, è profilazione razziale”, denunciano gli attivisti democratici”. Anche New York potrebbe essere nel mirino del ma il forte impatto mediatico e simbolico per ora sembrerebbe fermare queste intenzioni e posticipare un intervento militare diretto.

Trump sembra avere dichiarato guerra a tutti coloro che ostacolano il suo pugno duro contro l’immigrazione e a tutte le amministrazioni democratiche con una sorta di campagna elettorale anticipata con il pugno di ferro per accontentare il suo elettorato in vista delle elezioni di mid term.

Aldilà delle notizie di cronaca, questo modo di utilizzare il ruolo di Presidente, che dovrebbe occuparsi di tutti gli americani, per svolgere un ruolo politico personale e di parte utilizzando la forza militare non può che preoccupare, venendo così meno anche all’interno del Paese le regole che regolano la vita pubblica ed il rispetto per oppositori e convivenza civile. Siamo stati abituati a pensare che la presenza di soldati per le strade è tipica dei Paesi sotto dittatura e non avremmo mai pensato che sarebbe avvenuto negli Stati Uniti, per di più con l’opposto parere delle amministrazioni locali.

Evidentemente la democrazia autocratica a cui tende il Presidente Trump perde queste caratteristiche e si trasforma in altro. 

Fabrizio Turrini

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