Siamo tutti analfabeti?

Oggi, 8 settembre si celebra la Giornata Internazionale dell’Alfabetizzazione. Il tema che è stato assegnato quest’anno è “Promuovere l’alfabetizzazione per un mondo in transizione: costruire le fondamenta per società sostenibili e pacifiche”.

Ancora 800milioni di persone nel mondo non sanno leggere e scrivere e già questo è un motivo per farlo. Ma a riflettere bene ci sono altri aspetti da tenere presenti e di cui preoccuparsi. Oggi infatti non si scrive soltanto, abbiamo a che fare con il mondo virtuale e l’alfabetizzazione digitale diventa altrettanto importante rispetto a quella di base. Dovremmo tenere presente che sempre più persone, anche nel nostro Paese sono in realtà degli analfabeti funzionali. Anche se sanno leggere e scrivere non riescono a raggiungere un adeguato livello di comprensione e analisi di un discorso complesso, soprattutto di un testo scritto, figuriamoci poi la gestione della informazione digitale!

Sembra assurdo, e probabilmente molte di queste persone sono inconsapevoli, ma in Italia (rapporto OCSE 2024) circa un italiano su tre tra i 16 e i 65 anni si trova in condizione di analfabetismo funzionale. Pur sapendo leggere e scrivere costoro faticano a comprendere testi di complessità media o a utilizzare efficacemente le informazioni nella vita quotidiana.

Quello italiano è un dato molto più elevato del resto del mondo (media del 26%).

Preoccupante soprattutto il fatto che tra gli studenti, secondo l’indagine dell’’Osservatorio CPI dell’Università Cattolica, circa il 40% di coloro che frequentano le scuole medie italiane non raggiunge una competenza alfabetica adeguata, con punte che arrivano quasi al 50% nel Mezzogiorno.

Diagnosi e ricette per risolvere il problema sono complessi e non saremo certo noi a proporli, ma certo il ruolo sia delle famiglie sia della scuola sono importanti. Forse anche solo un’analisi delle proprie abitudini o di quelle del proprio nucleo familiare potrebbero aiutarci a trovare piccole/grandi soluzioni per lasciare ai libri un maggiore spazio in casa, o ricercare conferme delle fonti (fact checking) rispetto a ciò che leggiamo sui social.

Viviamo un’epoca di erosione dei diritti, e cartamente un ruolo ce l’ha anche l’alfabetizzazione. Senza alfabetizzazione infatti non si può pensare di tutelare quegli elementi tipici delle nostre società, del nostro mondo come lo stato di diritto, l’uguaglianza, la solidarietà, la giustizia, la tolleranza, la non discriminazione, che richiedono una sufficiente coscienza e conoscenza della realtà.

Non a caso abbiamo anche nominato sopra l’analfabetizzazione digitale. Oggi, molto dei destini del mondo corre nei cavi di internet. Abbiamo sotto gli occhi tutti la manipolazione dell’informazione che viene attuata soprattutto dalle potenze imperialistiche ed autocratiche:

l’inquinamento delle campagne elettorali a favore di questo o quel candidato, la distorsione della verità operata da agenzie più o meno occulte. In un decadimento come quello attuale di alfabetizzazione reale è certamente più semplice affidarsi alle soluzioni facili fornite dal populista di turno. E poi ci lamentiamo dei risultati elettorali.

Fabrizio Turrini

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