Qui Italia: grazie Flotilla

Mentre all’Assemblea dell’ONU Netanyahu parla in una sala quasi deserta, la Global Sumud Flotilla in questo momento a Creta ma pronta a ripartire, è sotto agli occhi di tutto il mondo, ha cambiato la percezione del dramma palestinese ed ha provocato non pochi sommovimenti anche qui da noi.

In Italia infatti, non si assisteva da tempo ad una mobilitazione così ampia delle piazze.

Il sentiment nella opinione pubblica su questo argomento si è piano piano ampiato ed ha indotto pure la reticente compagine di governo ad esprimersi sul genocidio che sta avvenendo a Gaza.

All’indomani delle grandi manifestazioni in tutte le piazze d’Italia, il ministro Crosetto ha pure ordinato ad una fregata della marina militare di assistere le imbarcazioni che battono Bandiera italiana. Lo ha fatto addirittura prima del premier spagnolo Sanchez il premier europeo più attivo in questo campo, che solo il giorno dopo ha fatto lo stesso.

Anche alla premier Meloni bisogna dare atto di avere detto all’ONU qualche parola (finalmente) di condanna della conduzione della guerra scatenata da Netanyahu. Certo, poco dopo, anche per accontentare il suo elettorato tradizionale, ha criticato tentando di ridicolizzarla, l’iniziativa della Global Flotilla. Un colpo al cerchio ed uno alla botte, per paura di perdere voti a destra a favore del Salvini ormai vannaccizzato, ma almeno qualcosa lo ha fatto.

Oggi anche il presidente Mattarella si è pronunciato con la sua consueta fermezza e pacatezza. Ha applaudito alla iniziativa della Flotilla e ha invitato a trovare una conclusione felice e non cruenta della missione. Certo, non si può negare che l’effetto più importante della iniziativa della Global Flotilla è stato ottenuto: quello di sollevare questa questione dinanzi agli occhi del mondo. Ora rimane la questione della consegna degli aiuti ai civili di Gaza, ma non si può negare che per la quantità molto ridotta rispetto alla necessità, essa sarà comunque come una goccia nel mare.

Mattarella ha mediato l’aiuto del Patriarcato che peraltro si è sempre distinto per essere vicino ai Gazawi, per il trasferimento degli aiuti nella striscia. Certo, rimane la questione dell’ingiusto e spietato assedio israeliano a Gaza, ma la violazione delle acque territoriali israeliane da parte delle imbarcazioni della Flotilla, è cosa molto pericolosa e forse, a questo punto, potrebbe essere evitata. Vedremo quel che decideranno gli organizzatori ed i partecipanti.

In ogni caso l’effetto Flotilla ha prodotto non solo una spinta ad una posizione più definita dell’Italia su questo tema, ma anche un’attenzione più viva del consueto alle vicende politiche; un interesse della gente comune che da tempo non si vedeva e che è augurabile che possa inaugurare una nuova primavera di impegno anche negli altri campi in maniera da riportare le persone alla politica e nelle cabine elettorali.

Del resto, senza addentrarci sulla genuinità e sui motivi, non si può non riconoscere che dopo le manifestazioni ed i vari pronunciamenti, anche il nostro governo ha mostrato di reagire in qualche modo riaggiustando le posizioni sulla questione palestinese. Anche se certo non ci si dimentica il voto di opposizione dell’Italia alle sanzioni contro Israele in U.E., i lunghissimi silenzi sulla strage di civili, gli affari che continuano con Israele, qualche passetto si è fatto. Ora si tratta di andare avanti.

Questo non sarebbe probabilmente avvenuto se non ci fosse stata questa ampia coscienza civile nella opinione pubblica. Una volta in più si può osservare che la partecipazione civile porta al cambiamento molto meglio della violenza.

Fabrizio Turrini

Posted in