INNI ORFICI, 29. Inno a Persefone (II-III secolo d.C., Asia Minore)
O Persefone, figlia del grande Zeus, vieni, beata
dea unigenita, e accetta i graditi riti
sposa molto onorata di Plutone, eccellente, dispensatrice di vita
che custodisci le porte dell’Ade sotto i recessi della terra,
o Prassidice dalle amabili chiome, o sacro fior di Deò
generatrice delle Eumenidi, regina di quelli sottoterra,
fanciulla che Zeus generò con unioni indicibili,
madre del molto risonante Eubuleo multiforme,
compagna delle Stagioni, portatrice di luce, dalla forma splendente
santa che tutto domini, fanciulla ricca di frutti,
dalla bella luce, dotata di corna, tu sola desiderabile per i mortali,
gioia primaverile che ti compiaci dei prati sfiorati dal vento
e riveli la tua sacra presenza coi germogli fecondi,
tu che fosti rapita alle nozze verso il tempo autunnale,
vita e morte tu sola ai mortali infelici.
Odimi, o dea beata: i tuoi frutti mandaci su dalla terra
tu che in pace fiorisci e nella dolce salute
e fa che la vita felice porti la prospera vecchiezza
verso il tuo regno, o signora, e verso il potente Plutone.

